Sabato 2 novembre 2024 alle ore 18:30 alla libreria Libri Liberi (via San Gallo 25/R a Firenze) ci sarà il reading poetico “Versi Nomadi: un’esplorazione dell’identità e dell’idea di casa” con il collettivo internazionale e femminista Le Tre Poete.
Le poetesse Yael Merlini, Sarah Stefanutti e Cinzia Colazzo dialogheranno sui temi della diaspora, del femminismo e del nomadismo, ma anche sulla ricerca plurilinguistica, sull’auto-traduzione e sui canoni.
“Versi Nomadi” esplora i confini geografici, linguistici e culturali attraverso le “lingue nomadi” di Yael Merlini, Sarah Stefanutti e Cinzia Colazzo. Ogni lingua è uno spazio identitario, una porta su mondi plurali di significati e allusioni. Le tre poete intrecciano esperienze e linguaggi in un mosaico poetico che abbraccia l’italiano, il tedesco, l’inglese e l’yiddish, fondendo culture e storie personali tra l’Italia, la Germania e paesi lontani. Le parole, ampolle di memoria che reagiscono a suoni e connotazioni, ridefiniscono i confini di appartenenza e ricerca di sé.
Ingresso libero.
Cinzia Colazzo è nata nel febbraio del ‘76. Laureata con lode in Filosofia e diplomata in Pianoforte, è vissuta in Salento, Liguria e Toscana, in Francia e in Germania.. Ha lavorato come pianista accompagnatore, traduttrice, insegnante di italiano all’estero, venditrice di pianoforti Bechstein e pedagogista. Per le edizioni Jandorf ha tradotto manuali scolastici. Ha tre figli. Sue poesie in italiano e in tedesco sono apparse su minima&moralia; alcuni componimenti sono stati premiati in concorsi nazionali; numerosi articoli, interviste e commenti sono usciti in Italia e in Germania. Ha pubblicato i primi brani in prosa e in versi nella raccolta Risplendi forte (Raum Italic, Berlino, 2015) e nel 2023 la silloge poetica Il mare brucia con l’editore Pequod. Nel 2024 ha presentato il libro a Parigi presso la sede OCSE e presso la libreria italiana Tour de Babel, a Berlino presso la libreria italiana Mondolibro, a Roma nel contesto di Books for peace presso la Galleria della Pigna e a Lecce presso la Biblioteca Bernardini. Nel 2024 è anche risultata vincitrice del Premio Rainer Maria Rilke per l’opera inedita Luce al neon.
Sarah Stefanutti (Firenze, 1983) è poetessa, dottoressa di ricerca in filosofia politica (Ph.D alla KU Leuven, Belgio e M.Phil presso l’Università di Oxford) e artista visiva. Attualmente risiede tra Firenze e Berlino, pur avendo uno stile di vita piuttosto nomadico. È autrice di tre raccolte di poesia: Parole attraverso l’Europa (Albatros 2010, Premio Jacques Prévert), un’indagine sulla memoria e la costruzione di identità transnazionali, Confini (Ladolfi 2018, Premio Mario Luzi, Premio Firenze) sul tema della migrazione e del Mediterraneo e Il bosco e una campana (Pequod, 2024), un viaggio attraverso gli elementi naturali in cui si esplora l’idea di interconnessione tra le specie. Il suo lavoro poetico è apparso in diverse riviste, tra cui Atelier, Poetarum Silva, Fili d’Aquilone e L’Immaginazione (Manni Editori), festival letterari internazionali e gallerie d’arte. Il suo attuale lavoro artistico consiste nel fondere linguaggio poetico a quello fotografico – tra le diverse mostre, Sarah esibisce a Firenze (Fondazione Studio Marangoni, Le Murate), Roma (Macro) e Berlino. Più in generale, la sua poesia si nutre dell’elemento del viaggio e dell’incontro con la diversità linguistica e culturale, ingredienti che l’hanno da sempre accompagnata nel suo percorso di vita. Soffrendo di dolore cronico da molti anni, Sarah sta lavorando a un nuovo progetto, La ferita-madre, che esplora il tema del dolore collettivo ed individuale attraverso la fotografia e la poesia.
Nata a Firenze nel 1968, Yael Merlini è poetessa, studiosa, insegnante e madre di tre figli. Con una formazione in Lingue e Letterature Classiche e un dottorato in Linguistica Semitica, ha vissuto a Firenze, Gerusalemme e ora risiede a Berlino. La sua opera, scritta in italiano, inglese e yiddish, attinge alla sua esperienza diasporica e affronta temi come l’identità, lo sradicamento e il senso di appartenenza. Il suo percorso poetico è iniziato con Midrash to Genesis Gazebo (2005), una reinterpretazione al femminile di passaggi della Torah. Centrale nel suo lavoro è la figura dell’“individuo diasporico,” costantemente frammentato tra lingue e identità. Questo tema si riflette nelle sue recenti raccolte bilingui Di casa in casa – From Home to Home Arcipelago Itaca (2023) e La lingua divisa – Fractured Tongue Terra d’ulivi (2024). Ha anche contribuito all’antologia Yours, Yehuda – שלך ,יהודה – Dein, Yehuda Königshausen & Neumann (2024), scritta in cinque lingue. La sua poesia yiddish è apparsa in Aufn Shvel e Yiddishland, mentre in Italia ha collaborato con riviste letterarie e politiche come Nazione Indiana e Grande Vetro. Oltre alla poesia, Yael è impegnata in ricerche presso il Leo Baeck Institute su ebraismo tedesco, genere e Oriente, dove intreccia indagine accademica con le sue tematiche diasporiche e femministe. Ispirata dalla filosofia femminista francese e dal pensiero decoloniale, intreccia riflessioni personali con le voci dell’eredità ebraica e della letteratura yiddish, esplorando costantemente la natura fluida dell’identità, della lingua e dell’appartenenza.